La vita di un piccolo paese come quello di Castelsaraceno vive di scambi umani e professionali, fulcro dell’economia locale. In epoche passate questi scambi si manifestavano quando i mestieri vivevano l’uno in funzione dell’altro: lo scalpellino, il falegname, il maniscalco, l’impagliatore e il “fuscellaro” erano di supporto alle necessità dei pastori, dei fornai e delle attività commerciali e artigianali. I fabbisogni alimentari erano soddisfatti da ciò che i contadini ed allevatori producevano con finalità autarchica. Oggi questi mestieri sono quasi scomparsi a causa dei forti cambiamenti economici e sociali, e con essi l’artigianato locale legato alla pastorizia e all’agricoltura.

Dal punto di vista enogastronomico, Castelsaraceno offre numerosi prodotti tipici e piatti unici, tra cui la Rafanata, piatto della tradizione carnevalesca che consiste in maccheroni conditi con sugo di carne e “rafano” (pianta la cui radice è aspra e pungente con proprietà afrodisiache) stufati sotto la cenere calda del fuoco. Tra le zuppe, preziosa è la Munnulata, composta da castagne infornate, fagioli e patate il tutto condito col “cift”, un condimento fatto con polvere di peperone dolce secco e macinato, passato velocemente in olio bollente e versato poi nelle pietanze.

Tra i salumi, prelibatezza castellana e la “nuglia”, un insaccato a base di carni grasse e cotica di maiale macinate e condite con polvere di peperoncino. Inoltre, storicamente importanti sono i prodotti alimentari legati all’attività della pastorizia, tra i quali il formaggio pecorino, che è possibile gustare in varie fasi della sua stagionatura, e la Pastorale, tipico piatto della transumanza cucinato con carne di pecora, cipolla e peperoncino.